AMUS, da sempre presente sulla tematica, in dialogo costante con i vertici di Forza armata, inizia a raccogliere i primi risultati.
La particolare condizione di stato giuridico e di impiego dei Volontari in Ferma Iniziale (i quali, è bene ricordarlo, sono sottoposti ad una ferma di tre anni, rinnovabile per un anno) è da tempo all’attenzione di AMUS.
Tale categoria, anche per ragioni storiche (in quanto creata sul modello della soppressa categoria dei Volontari in Ferma Prefissata Annuale o VFP1, a sua volta derivante dalla cosiddetta Ferma di Leva Prolungata, di cui all’art. 5 L. 958/86), risente dell’incrostazione di approcci arcaici e del tutto superati anche dal punto di vista semantico, come dimostrato dal fatto che il loro trattamento economico è tuttora denominato “paga” e non stipendio.
Ancor più penalizzante per tale categoria di personale è il fatto che tutti i periodi di servizio prestati oltre le 36 ore settimanali non danno titolo ad alcuna retribuzione né ad alcun recupero compensativo, ma solo ad un compenso forfettario pari a 100 € mensili. Ciò ha forse indotto e tuttora induce alcuni comandanti a utilizzare il personale VFI in svariate attività, ben sapendo che le ore prestate oltre l’orario di servizio comunque non danno titolo ad alcuna retribuzione.
Tutte le sopracitate distonie e molte altre (ad esempio, una per tutte, il mancato riconoscimento dei permessi di 150 ore annue per esercitare il “diritto allo studio”) sono da tempo state portate da AMUS all’attenzione dei Vertici di Forza armata e della Difesa, i quali hanno assicurato in più circostanze il proprio impegno inteso a rivedere radicalmente lo stato giuridico del personale di cui trattasi.
In questo contesto, deve quindi essere accolta con particolare favore l’azione recentemente svolta dal Vertice di FA che, per quanto consta a questa organizzazione sindacale, ha sensibilizzato gli Alti Comandi affinché si ponga sempre attenzione sul contemperamento delle esigenze operative e di servizio con le naturali necessità di recupero psicofisico del personale in parola, di modo che non venga mai compromesso l’equilibrio tra esigenze personali e vita professionale dei militari interessati.
Tale missiva, nel confermare l’estrema sensibilità dell’attuale governance di FA alle necessità primarie del personale, nasce anche da un’opera equilibrata, sagace e silenziosa della nostra APCSM, che rifugge (a differenza di altre) i riflettori a tutto beneficio di attività realmente indirizzate al miglioramento della condizione del personale militare.
Noi non siamo e non saremo mai quelli che fanno proclami pubblici o che promettono battaglie sterili e di pura facciata, ma continueremo sempre a lavorare avendo come stella polare il benessere del nostro personale.
Se avete a cuore l’interesse di TUTTI gli uomini e le donne in azzurro, continuate a seguirci e a dare forza ad AMUS – Aeronautica, il più grande e rappresentativo Sindacato in AM, tra i più seri ed affidabili dell’intero Comparto Difesa Sicurezza e Soccorso Pubblico.
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