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PROPOSTE CONTRATTUALI PER LE FF.AA.

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Riassumiamo in breve le azioni strategiche messe in campo da AMUS – Aeronautica e dalla Rete Sindacale Militare in tema di rinnovo contrattuale

Da quando sono cominciate, nel mese di aprile 2024, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, le complesse e articolate procedure contrattuali per il rinnovo 2022/2024 (siamo alla sesta riunione), abbiamo avuto modo di leggere e ascoltare, a più riprese, diverse idee e proposte provenienti dalle sigle sindacali – coinvolte nella procedura –  dei tre diversi tavoli (Forze polizia ad ordinamento civile, militare e Forze armate). Tali associazioni, legittimamente, cercano di definire e portare avanti linee strategiche di azione e proposte giuridico-normative associate ad altre economiche di varia natura, che possano condurre, con rapidità e piena soddisfazione, alla firma di un contratto tanto atteso dal nostro personale.

Come giusto che sia, ci teniamo a fare chiarezza in merito al tema in questione. Lo dobbiamo in primis ai nostri associati e, in secondo luogo, a tutti coloro che indossano l’uniforme azzurra.

Sul fatto più importante, le risorse finanziarie, occorre essere chiari e franchi sin da subito, come AMUS ha sempre fatto: per quanto complessivamente elevate e superiori di gran lunga rispetto ai precedenti contratti (circa 1,6 miliardi di €), non sono sufficienti a compensare il recupero del dato inflattivo del triennio 2022/2024 (sono poco più di un terzo del necessario); né utili a realizzare, in questa tornata contrattuale, tutte le necessarie riforme giuridiche ed economiche attese; nonché le auspicate innovazioni (specie nel campo del trattamento economico accessorio), che occorrerebbero al personale del nostro Dicastero.

Il tentativo che si sta portando avanti sul versante del trattamento economico fisso è quello di agire in maniera diversa rispetto al passato in termini di allocazione della massima parte delle risorse (ca il 90 percento) sulle due voci principali (parametri e importo aggiuntivo pensionabile) privilegiando, per quanto possibile, quest’ultima voce che garantisce un recupero maggiore alle fasce più deboli (in virtù di una gerarchizzazione soft). Si spera di arrivare a garantire, così operando, i “famosi” 100 (cento euro medi pro-capite netti al Graduato.

Per tali ragioni, la Rete Sindacale Militare, rassemblement politico-sociale composto dalle sei maggiori sigle del comparto Difesa e Sicurezza, di cui come noto AMUS è parte attiva e propositiva, ha chiesto – informalmente e formalmente a più riprese ed in ogni circostanza – di facilitare un incontro “di forma e sostanza” con il Premier On. Giorgia Meloni.

Il motivo vero di tale richiesta risiede nelle due parole sopra indicate “forma e sostanza”.

Il significato insito nel primo termine crediamo sia chiaro a tutti. Le neonate associazioni sindacali militari non sono state mai formalmente ricevute dal PdCM, massima espressione dell’organo esecutivo, a differenza dei sindacati di polizia ad ordinamento civile e della non più esistente Rappresentanza Militare Centrale (Co.Ce.R.) delle FF.AA.. Il non incontrare è un po’ come non voler riconoscere o marginalizzarne l’esistenza ed il difficile operato, specie in questa complessa fase iniziale, di tali nuovi organismi rappresentativi, che invece necessiterebbero, e tanto, di parlare con il Premier. Questa disattenzione non è assolutamente accettabile. La forma è spesso sostanza!

Attendiamo una data ed un orario, anche a ferragosto.

Riguardo ai contenuti, veniamo alla “sostanza”. Qualcuno si domanda perché insistere nel voler incontrare il Presidente del Consiglio se è abbastanza chiaro che risorse aggiuntive per il contratto di cui si discute difficilmente potranno venire, stante la difficile situazione congiunturale economica del Paese, di quella europea (con i richiami dell’UE), ed il più ancora preoccupante panorama politico – internazionale che ci porta a pensare ad altro.

Tutto giusto, però la vita non finisce qui ed il Governo ha avanti a sé, salvo complicazioni, ancora tre manovre finanziarie, a partire da quella per il prossimo anno.

L’incontro, per quanto ci riguarda, dovrebbe servire a definire e formalizzare pubblicamente un cd. “patto di legislatura”, per provare a definire il range delle future risorse da stanziare per il Comparto Difesa e Sicurezza, nell’ambito delle prossime tre leggi di Bilancio per sostanziare, in campo economico e previdenziale, la mai attuata legge sulla specificità militare; ed anche occasione per parlare di come migliorare da subito la legge sulla rappresentanza sindacale, che mostra già parecchi bug.

Un incontro, quindi, che nelle nostre intenzioni dovrebbe servire a dare, con un colpo di reni, una dimostrazione tangibile e non più parolaia al fatto che, quando si elogia il personale di questo Comparto, sempre pronto e disponibile in ogni scenario, situazione ed attività “core” (o estranea alla funzione), lo si fa con il cuore, con la mente, ma anche con il portafoglio; perché a Roma – ed il Presidente è romana – c’è un detto popolare che dice “senza soldi non si cantano messe” e che soprattutto, ci scusi il basso livello, “al supermercato non accettano belle parole”.

Proprio in tale contesto ci muoveremo, con serietà ed equilibrio, ma con ferma determinazione, affinché il Capitolo dei fondi destinato alla Difesa ed alla Sicurezza sia non solo in bilanciato equilibrio tra le due anime ma, soprattutto, non rimpinguato unicamente sul versante degli investimenti in armamento, manutenzione ed addestramento (sicuramente necessari), ma anche sul versante di chi (il personale) con la sua costante opera, massimizza l’uso degli stessi mezzi e moltiplica a dismisura l’efficienza e l’efficacia dello strumento militare e di sicurezza Nazionale. Siamo fermamente convinti che senza personale motivato si vanifichi nei fatti ogni spesa pubblica; figurarsi in un settore così delicato.

Chiarito, o almeno si spera, il motivo/i che ci portano a chiedere l’incontro ai massimi livelli di Governo, nel mentre non siamo rimasti certo a guardare proponendo, insieme ai principali sindacati del Comparto, e legati alle scelte politico-strategiche della Rete Sindacale, tutta una serie di proposte in campo normativo ma con riflessi economici non più rinviabili; consapevoli, ovviamente, che non sarà facile ottenere tutti i risultati auspicati (causa scarsità risorse e divergenze ipotizzabili con le amministrazioni) e che, quindi, resterà ancora tanto da fare INSIEME nel prossimo futuro.

A titolo solo enunciativo e sicuramente non esaustivo, abbiamo già inviato una proposta normativa condivisa, tesa a:

  • introdurre criteri di flessibilità oraria dell’orario di lavoro, prevedendo in maniera ordinaria “fasce temporali di almeno un’ora all’inizio/termine dello stesso”, e non più soggetta ad arcaiche, non omogenee e fortemente discrezionali forme di disposizione in sede locale;

  • prevedere in tema di trattamento alimentare gratuito un allargamento della possibilità di concedere buoni-pasto a personale con problemi alimentari e/o impiegato in servizi;

  • introdurre modifiche riguardo al trattamento di missione e della sistemazione alloggiativa, con regole stringenti e definite a priori, riguardo agli standard minimi, la “vivibilità” e l’uso degli alloggi, con incremento del valore della cd. “mini forfettaria” ed estensione della stessa anche ai corsisti;

  • abrogare l’istituto del Compenso Forfettario di Guardia (CFG), non più adeguato in termini sia economici che soprattutto giuridici (deroga alla disciplina orario servizio) alla qualità ed alla tipologia di lavoro svolto dai nostri operatori di settore; facendo rientrare, quindi, le attività svolte nel novero dell’orario di lavoro, recuperando le risorse finanziare – ad esso assegnate nel tempo – in sede contrattuale;

  • garantire con le stesse risorse così recuperate, per i servizi armati e non, il pagamento dello straordinario (magari destinando risorse certe a questa tipologia di attività e chiarendo preliminarmente la destinazione delle stesse tra i percettori non direttivi/direttivi/dirigenti) anche negli anni successivi a quello in cui sono state effettuate; ovvero garantirne il recupero mediante riposo compensativo entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui sono state effettuate. Decorso il succitato termine dei 3 anni, le ore non recuperate dovranno comunque essere retribuite da ciascuna Amministrazione competente;

  • prevedere per i servizi di cui sopra, in deroga alla normale regolamentazione delle pause di recupero psico-fisico, che il tempo destinato alla fruizione dei pasti sia computato come orario lavorativo, essendo prevista per gli stessi servizi una assoluta prevalenza di funzione operativa;

  • garantire il recupero di tutte le festività e/o delle giornate non lavorative o di riposo, ricadenti nel turno delle predette giornate di servizio, a prescindere da quando sia iniziato il turno di servizio medesimo;

  • attribuire a tutto il personale militare, impiegato in turnazioni ed in attività di servizio operative, tecnico-logistiche, servizi armati e non, tra le ore 22:00 e le 06:00, una indennità di presenza notturna pari a 4,30€ lorde per ciascuna ora prestata.

Leggi, nel merito, intervista del nostro Segretario Generale Guido BOTTACCHIARI rilasciata all’Agenzia di Stampa “Forze Italiane.it” 

In sostanza, AMUS – Aeronautica, insieme con la Rete Sindacale ed altre principali APCSM nella attuale kermesse contrattuale, ha un piano strategico ben chiaro: occorre portare a casa il massimo seppur con le scarse risorse date, dando anche un segnale di cambiamento di rotta rispetto a norme derogatorie all’orario di servizio (abrogazione CFG) ed al pagamento delle ore di straordinario connesse.

Per farlo, sarà necessario essere consapevoli dei ruoli, dei compiti e delle necessità di ciascun interlocutore, rimanendo sempre con i piedi ben saldi a terra, lavorando con onestà intellettuale e lungimiranza per costruire ponti da percorrere anche nel futuro contratto, nel solo fondamentale interesse di TUTTO il personale militare.

Anche noi vorremmo potervi promettere la luna, ma sarebbe “una promessa vana” e non da AMUS – Aeronautica.

Preferiamo lavorare con serietà, sapienza, pazienza ed esperienza, costruendo oggi i pilastri su cui erigere, nel prossimo futuro, la struttura necessaria alla concreta realizzazione dei diritti e delle tutele (anche economiche) del personale militare.

Continuate a darci forza, diffidando da chi agita improvvidamente le acque, ricordando che noi siamo qui, per Voi

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