Secondo le stime del Ministro per la Pubblica Amministrazione (Paolo Zangrillo), serviranno tagli alla spesa pubblica per assicurare aumenti concreti negli stipendi
Lasciano pensare le parole del Ministro competente per la Funzione Pubblica, non lasciando spazio ad interpretazioni di sorta.
Come parte essenziale del Comparto “Difesa, Sicurezza e Soccorso Pubblico”, nell’attesa dell’una tantum introdotto dalla legge di Bilancio 2023, guardiamo con grande attenzione al prossimo rinnovo di contratto.
Infatti, gli adeguamenti stipendiali che abbiamo registrato da inizio anno, sono relativi al triennio 2019-2021, quindi il frutto di tale accordo risulta essere esaurito da più di un anno. L’adozione dell’istituto della cosiddetta indennità di vacanza contrattuale, non è altro che una sorta di “indennizzo” nell’attesa che il contratto venga rinnovato. Indennità alla quale si aggiunge l’incremento straordinario dell’1,5% dello stipendio tabellare, introdotto dall’ultima legge di Bilancio 2023, ma che per una serie di motivi non è stato ancora applicato.
Abbiamo letto, con grande soddisfazione, che il prossimo 8 maggio il Ministro della Difesa convocherà le principali sigle sindacali presso il proprio Dicastero e ci aspettiamo, pertanto, di essere fra i primi a sedersi al tavolo di confronto per definire i dettagli del prossimo rinnovo relativo al triennio 2022-2024, con l’obiettivo di arrivare a un accordo condiviso con i Sindacati entro la fine del prossimo anno; ad oggi, nel Documento di Economia e Finanza – 2024/2026 (DeF), non vi è molta chiarezza sulle risorse destinate ai rinnovi dei salari per il personale in uniforme. Per avere, quindi, maggiori informazioni su cosa aspettarsi bisognerà guardare al prossimo mese di settembre, quando le riserve saranno definitivamente sciolte dalla “Nota di aggiornamento” al DeF. Prima di allora però, secondo i proclami del Ministro competente, saranno necessari nuovi tagli alla spesa pubblica, ovvero “un rafforzamento della revisione della spesa corrente che, con risparmi crescenti nel tempo, contribuirà alla copertura di tali politiche”.
In buona sostanza, le risorse che verranno messe a disposizione per il rinnovo del contratto, dipenderanno da quanto il Governo sarà in grado di risparmiare su altrettanti capitoli di spesa, pena l’assenza di spazi rilevanti riservati agli incrementi stipendiali per il personale con le stellette; nonostante tutti i dipendenti pubblici abbiano pagato – così come nel settore privato – un prezzo serissimo connesso all’alto tasso d’inflazione, che si è tradotto in una rilevante perdita del potere d’acquisto.
Siamo consapevoli che la partita finale si giocherà, quindi, nella prossima Legge di Bilancio 2024 e, pertanto, auspichiamo che gli importi da corrispondere ai dipendenti pubblici siano “quantomeno” in linea con gli aumenti percentuali registrati dal corrente citato tasso inflazionistico, perché risulterebbe l’ennesima ingiustizia a danno di uomini e donne in uniforme che hanno dedicato la loro vita (anche privata) per la difesa della Patria e delle libere istituzioni.
Come Sindacato Nazionale saremo vigili, lavorando per raggiungere il comune obiettivo di sostanziare un accordo entro la fine dell’anno, perlomeno per il Comparto Difesa (che farebbe da apripista agli altri comparti).
Avanti tutta AMUS – Aeronautica!
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