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Lettera congiunta del comparto Difesa e Sicurezza

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AMUS e le principali sigle del Comparto scrivono al Governo: serve una riforma vera delle carriere, delle retribuzioni e della previdenza militare

È una lettera dal valore storico quella trasmessa oggi, 4 novembre 2025, giornata in cui si festeggia l’unità nazionale e, contemporaneamente, le Forze armate dello Stato, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri della Difesa, dell’Interno e dell’Economia, nonché al Sottosegretario di Stato alla Difesa e al Capo di Stato Maggiore della Difesa (leggi lettera al seguente link): “Vorremmo che, al di là delle parole sempre apprezzate, le stesse inizino a tradursi in fatti concreti. Siamo piuttosto stanchi di sentire, ad oggi, solo parole”.                                

Un documento congiunto, sottoscritto da dieci sigle sindacali del Comparto Difesa e Sicurezza, tra cui AMUS – Aeronautica, che chiama direttamente la politica ad assumersi la responsabilità di una riforma strutturale delle carriere, del trattamento economico e del sistema previdenziale del personale in uniforme.

UN QUADRO CHIARO: NUOVE SFIDE, VECCHI STRUMENTI

La lettera parte da una constatazione lucida: in un mondo sempre più frammentato e tecnologicamente avanzato, le Forze Armate e le Forze di Polizia si trovano a fronteggiare nuove minacce e nuovi compiti con organici ridotti e mezzi normativi obsoleti.

La crisi del reclutamento, l’età media elevata e la stagnazione delle carriere minano alla base l’efficienza del sistema difensivo.

Come AMUS sottolineiamo da tempo, non si può costruire sicurezza nazionale con personale demotivato o precario.

Servono percorsi chiari, tutele reali e riconoscimenti concreti: il tempo delle promesse è finito. 

CARRIERE DA APRIRE, RUOLI DA RIFORMARE

La lettera chiede esplicitamente di superare l’attuale impianto dei “ruoli chiusi”, introducendo carriere aperte e più dinamiche, in grado di offrire reale prospettiva professionale ai Volontari, Graduati e Sottufficiali.

Tra le priorità individuate:

  • la stabilizzazione più rapida dei Volontari in ferma, oggi spesso intrappolati in un limbo contrattuale e professionale;
  • la valorizzazione dei Luogotenenti e Primi Luogotenenti, con funzioni direttive coerenti con le responsabilità effettive;
  • il riconoscimento delle competenze tecniche e specialistiche maturate negli anni di servizio o in precedenti esperienze professionali.

AMUS condivide pienamente questa visione, poiché rappresenta la chiave per restituire attrattività alla vita militare e per frenare il crescente esodo del personale più esperto verso il settore civile.

TRATTAMENTO ECONOMICO: IL DIVARIO DA COLMARE

Un altro punto centrale è quello retributivo. Negli ultimi vent’anni, il personale del Comparto ha visto erodersi il proprio potere d’acquisto di circa il 25%, anche a causa del blocco salariale 2011–2015. Gli ultimi rinnovi contrattuali hanno permesso solo un recupero parziale, stimato intorno al 10%.

AMUS ribadisce che le risorse destinate al Comparto devono finalmente privilegiare l’elemento umano, non solo le spese per mezzi e infrastrutture.
L’aumento programmato della spesa militare al 2,5% del PIL entro il 2028 è una grande occasione: una parte significativa di quei fondi deve tradursi in stipendi più equi e dignitosi per chi ogni giorno serve la Nazione.

PREVIDENZA DEDICATA: UNA NECESSITÀ NON PIÙ RINVIABILE

La lettera propone inoltre la creazione di un sistema previdenziale dedicato al personale militare, rifinanziando il Fondo per la perequazione previsto dalla legge di bilancio 2022.

L’obiettivo è compensare le gravi penalizzazioni subite dal personale in regime contributivo puro (post 1996), i cui montanti individuali e coefficienti di trasformazione risultano oggi inadeguati.

AMUS considera questo un passaggio cruciale: non può esserci “specificità militare” se non si riconosce anche una previdenza specifica.
La vita militare comporta sacrifici, rischi e limitazioni che devono riflettersi in un sistema pensionistico giusto, sostenibile e dignitoso.

DIRIGENZA MILITARE E MERITOCRAZIA

Un’ulteriore proposta riguarda la valorizzazione della dirigenza militare, superando la logica della “massa salariale” tra Forze Armate e Forze di Polizia.

La richiesta è quella di introdurre retribuzioni legate ai risultati e dotate di piena valenza previdenziale, premiando l’efficienza e la responsabilità gestionale.

Una visione che AMUS considera coerente con un’amministrazione moderna, fondata su merito, responsabilità e risultati concreti, non su meri automatismi di grado o anzianità.

LA VISIONE DI AMUS: RIFORME VERE, NON AGGIUSTAMENTI

La lettera congiunta è un segnale politico forte e necessario.
Il personale militare chiede riforme strutturali, non cosmetiche.

È tempo di dare risposte chiare, perché la sicurezza nazionale non può poggiare su professionisti logorati e demotivati.

L’Italia ha bisogno di Forze armate efficienti, moderne e soprattutto riconosciute per il valore umano che rappresentano.

CONCLUSIONI

Le sigle firmatarie chiedono al Governo un tavolo di confronto immediato, come previsto dal D.Lgs. 165/2001. AMUS si unisce a questo appello, convinta che il momento storico imponga una visione politica coraggiosa e lungimirante, capace di mettere al centro la persona, non la burocrazia.                      

Solo così sarà possibile garantire Forze armate e Corpi di polizia ben equipaggiati, ben formati e soprattutto motivati, in grado di affrontare con professionalità e serenità le sfide di sicurezza del nostro tempo.

Questo, per Noi, vuol dire fare Sindacato; ovvero ESSERE PRESENTI SU TEMI e RISOLVERE PROBLEMI DEL PERSONALE con il dialogo e la competenza.

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