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BIOLOGI MILITARI E ATTIVITA’ EXTRA PROFESSIONALE

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AMUS “fa Rete” tra i Sindacati militari e scrive al Gabinetto della Difesa per vedere riconosciuto un diritto non più rinviabile

La nostra Associazione, insieme al SIM – Marina, ad ASPMI – Esercito e SAM – Esercito, scrive al vertice politico della Difesa, portando all’attenzione una serie di proposte, che trovano applicazione anche alla luce della giurisprudenza di settore già consolidata. Leggi lettera

Parliamo, infatti, dell’esercizio della libera professione per i biologi militari, giusto il disposto delle recenti evoluzioni normative e giurisprudenziali (in particolare la sentenza n. 98/2023 della Corte Costituzionale) che, in ultimo, hanno già esteso tale facoltà al personale psicologo “con le stellette”.

L’illegittimità dell’art. 210 del COM (nella parte in cui non si prevedeva la figura dello psicologo militare tra le categorie autorizzate a svolgere attività libero-professionali) così come sancito dalla sentenza citata in premessa, è fondata sul fatto che la professione dello psicologo, al pari del medico, è annoverata tra le professioni sanitarie previste dalla L. n. 3/2018.

Per quanto attiene il biologo militare, invece, le norme a riferimento sono la L. n. 396/1967 e il D.P.R. n. 328/2001, che ne stabiliscono requisiti di accesso, ambiti applicativi e di esercizio; mentre il D.P.C.M. 27 marzo del 2000 include il biologo militare (unitamente a odontoiatra, psicologo e veterinario) tra le professionalità della dirigenza a cui applicare le disposizioni relative alla libera professione (considerato anche che la citata L. n. 3/2018 considera quella del biologo come professione sanitaria a tutti gli effetti).

In virtù delle ragioni suesposte, non riteniamo più motivata l’assenza della figura del biologo militare tra le professionalità a cui è concesso l’esercizio della libera attività, così come menzionato all’art. 210 del COM, chiedendo contestualmente che venga avviata una revisione al citato articolo del Codice, tale da includere la figura del biologo militare nel senso sinora indicato, ripristinando così una necessaria condizione di equità tra le altre professioni sanitarie in ambito militare.

Quanto sopra, rientra nell’alveo di una serie di azioni politico-sindacali, da sempre portate avanti da AMUS, tese a garantire una più ampia e trasversale estensione delle attività extra professionali anche al personale (di ogni ordine e grado) in possesso di elevate qualifiche e competenze tecniche, acquisite ed arricchite durante il servizio in Forza armata. Parliamo ad esempio dei naviganti, dei controllori del traffico, degli aero-soccorritori, dei manutentori, degli specialisti, degli ingegneri, dei Project Manager e degli esperti in campo giuridico, economico, Cyber/Spazio, nello Human Resource Management e tanto altro ancora).

“Il presente” ci sta ponendo difronte ad un sempre più consistente calo dell’appeal nei reclutamenti per le Forze armate (per ogni categoria di personale) e, in futuro, tale trend sarà sicuramente accentuato dagli esodi di personale (reclutato in elevate consistenze sul finire degli anni 80’) ed aggravato dalle prossime verosimili “fughe” di capitale umano (con elevate qualifiche tecniche) verso più stimolanti profili retributivi e di welfare lavorativo.

La società ci ha posto delle sfide chiare, a cui non sempre siamo riusciti a dare le giuste risposte.

Occorre creare una “osmosi professionale” tra la compagine civile e militare, ridisegnando INSIEME un modello di Difesa che tenga in debita considerazione: la riapertura e la verticalizzazione delle carriere, la mobilità intra-dicasteriale in ambito P.A., una maggiore premialità retributiva per tutto il personale ed una generale revisione dello strumento delle ferme, con uno sguardo anche ai modelli professional-militari dei nostri principali partner UE/NATO. Ciò, realizzando contestualmente un vero welfare militare che tenga concretamente conto delle esigenze dei genitori militari (sia padre che madre) e del ruolo della “famiglia militare” in generale, delle tutele di legge previste per i malati o portatori di handicap grave, oltre che delle non più rinviabili politiche in campo alloggiativo connesse alle movimentazioni del personale.

Sono questi solo alcuni dei temi su cui AMUS (e altri partner sindacali militari del Comparto Difesa e Sicurezza) sta lavorando senza lesinare energie, convinta della propria ragion d’essere e della missione attribuitale nel 2022 dal Legislatore ed avallata con orgoglio e passione dalle nostre migliaia di associati.

Siamo qui per migliorare, con diligenza, tenacia e buon senso, le condizioni lavorative e di vita di TUTTI (dall’Aviere fino al Generale di Squadra Aerea).

Continuate a seguirci e a darci forza.

AMUS Aeronautica, competenza, serietà e lealtà al tuo servizio!

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