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Riforma della Sanità militare

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Troppo poco tempo per proporre modifiche strutturali nell’interesse del personale militare e per la coesione interna delle Forze armate

La riforma della Sanità Militare, presentata dal Governo tramite uno schema di decreto legislativo, rappresenta uno dei cambiamenti più significativi degli ultimi decenni. Proprio per la sua portata, AMUS ritiene fondamentale che si apra un confronto serio, leale e trasparente, in tempi che permettano una valutazione piena e consapevole da parte di tutte le componenti istituzionali coinvolte.

L’arco temporale attualmente previsto – appena dieci giorni per formulare osservazioni – non appare coerente con l’importanza della materia. È un tempo troppo ristretto per garantire un’analisi completa, e per questo auspichiamo un’estensione che consenta di approfondire gli aspetti tecnici, ordinamentali e organizzativi della riforma. Malgrado ciò, i nostri tecnici di settore sono già a lavoro per proporre uno schema di articolato coerente con le necessità del sistema Difesa e che garantisca le legittime aspettative ed ambizioni lavorative di tutto il personale sanitario in uniforme.

Prime valutazioni a valle di una lettura preliminare

Pur nei tempi strettissimi, da una prima lettura emergono alcune criticità e punti di attenzione che riteniamo necessario approfondire con maggiore calma e metodo, al fine di fornire valutazioni tecniche e politico–sindacali realmente utili e costruttive.

Tra gli elementi che richiedono un esame più dettagliato segnaliamo, in via preliminare:

  • la previsione di un Servizio Sanitario Militare Nazionale (SSMN) e di un Corpo Unico della Sanità Militare (CUSM), con potenziali ricadute sulla natura dei Corpi sanitari di Forza Armata;
  • la creazione di un nuovo vertice sanitario centralizzato, con impatto su responsabilità e assetti interforze;
  • la necessaria migliore definizione dei ruoli delle professioni sanitarie militari, avuto riguardo a tutto il personale abilitato all’esercizio delle stesse;
  • la necessità di tutelare le competenze specialistiche, in particolare per settori delicati come la Medicina Aerospaziale;
  • possibili squilibri tra le diverse Forze armate, legati alle varie consistenze organiche e capacità sanitarie esistenti;
  • la coerenza tra riforma proposta e contenuti della delega parlamentare;
  • la valutazione degli impatti finanziari e logistici, anche in relazione alla dichiarata invarianza finanziaria;
  • l’attribuzione di qualifiche di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza, in ambiti che richiedono piena corrispondenza con ruoli e competenze.

Si tratta, è bene ribadirlo, di prime osservazioni che necessitano di un approfondimento organico e condiviso. Una riforma di tale rilevanza richiede un tempo adeguato per esaminare gli effetti pratici e ordinamentali su personale, strutture, carriere, responsabilità e coesione interna delle Forze armate.

Conclusione: dialogo necessario, tempi da ripensare

AMUS – Aeronautica:

  • conferma la propria volontà di contribuire in modo costruttivo e leale alla riforma della Sanità militare;
  • ribadisce l’importanza di un confronto aperto, serio e strutturato tra Governo, Forze Armate e rappresentanze del personale;
  • auspica tempi adeguati per consentire una riflessione approfondita e una valutazione tecnica all’altezza della complessità della materia.

L’obiettivo di AMUS è chiaro: assicurare un modello sanitario moderno, efficiente, sostenibile e realmente rispettoso delle professionalità esistenti, rafforzando la coesione interna e garantendo la qualità del servizio reso al Paese.

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