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AMUS chiede un intervento normativo urgente su CAF e Patronati

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Servono strumenti concreti per garantire assistenza fiscale e previdenziale ai militari

Roma, 1 novembre 2025 — L’Associazione Sindacale Militare AMUS – Aeronautica, tornando sul tema in oggetto dopo le prime richieste risalenti già all’anno 2023, ha inviato una nuova formale richiesta al Ministro della Difesa (Guido Crosetto), al Sottosegretario (Matteo Perego di Cremnago), ai Presidenti delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, al Capo di Stato Maggiore della Difesa (Generale Luciano Portolano), al Presidente dell’INPS e al Presidente della Commissione Centrale di Conciliazione presso il Ministero della Difesa: il problema, oltre a non essersi risolto, si è addirittura aggravato!

Con la lettera prot. 749E/2025, (link lettera) AMUS ha evidenziato una grave lacuna normativa che di fatto impedisce alle associazioni sindacali militari di svolgere appieno le proprie funzioni di tutela in materia fiscale, previdenziale e pensionistica.

Sebbene l’articolo 1476-ter del Codice dell’Ordinamento Militare (D.Lgs. 66/2010) riconosca alle APCSM la competenza in materia di assistenza previdenziale e fiscale, l’articolo successivo (1476-quater) vieta ogni rapporto convenzionale o organizzativo con CAF e Patronati non costituiti ai sensi della legge 46/2022. Il risultato, denuncia AMUS, è un “riconoscimento svuotato di contenuto”: le Associazioni militari hanno la funzione ma non gli strumenti per esercitarla.

“Solo i sindacati civili possono oggi avvalersi di CAF e Patronati, con pieno accesso alle piattaforme INPS e agli strumenti informatici per la gestione delle posizioni assicurative e pensionistiche”. Le APCSM invece restano escluse, con evidenti disparità e danni ai propri iscritti. Si legge nella nota firmata dal Segretario Generale AMUS, Dott. Guido Bottacchiari.

AMUS chiede dunque un intervento legislativo urgente, proponendo tre possibili soluzioni:

  • consentire alle APCSM di costituire propri CAF e Patronati, anche in deroga ai requisiti previsti dalla normativa generale;
  • autorizzare convenzioni con enti già abilitati (CAF, Patronati, INPS, ecc.), indipendentemente dalla loro origine sindacale;
  • stipulare un protocollo d’intesa con l’INPS che consenta l’accesso controllato e tracciato ai sistemi informativi previdenziali (come Passweb) per l’assistenza agli iscritti.

La lettera sottolinea inoltre che tali attività rappresentano, insieme alle quote associative, l’unico canale di autofinanziamento previsto per le associazioni militari (art. 1480-quater COM), oggi di fatto bloccato.

Infine, AMUS ha chiesto ai Presidenti delle Commissioni Difesa di audire formalmente l’associazione per illustrare nel dettaglio le criticità che limitano l’agibilità sindacale del personale militare, richiamando l’articolo 1476-ter, comma 4, del COM e i principi sanciti dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in tema di libertà sindacale.

Garantire ai militari un’effettiva tutela fiscale e previdenziale, conclude AMUS, non è una questione tecnica, ma di pari dignità e giustizia sostanziale rispetto a ogni altro lavoratore del comparto pubblico.”

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