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BALTIC EAGLE III: MIGLIORAMENTI GRAZIE ALLA MEDIAZIONE SINDACALE, MA SERVE UNA SVOLTA POLITICA

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Le condizioni logistiche del personale dell’Aeronautica Militare impegnato in Estonia per la missione “Baltic Eagle III – Air Policing” hanno sollevato negli ultimi giorni l’attenzione dell’opinione pubblica e delle stesse rappresentanze sindacali

Grazie all’azione di mediazione svolta da AMUS e SIAM, sono già stati ottenuti alcuni risultati concreti: un menù dedicato al personale italiano, l’incremento delle razioni, maggiore attenzione alla pulizia degli alloggi e, dal 25 agosto, la previsione di uno switch tra chi è alloggiato in hotel e chi in base.

Un passo avanti, certamente. Ma non basta.

Il vero nodo resta l’equità di trattamento: all’interno dello stesso contingente non può esistere una parte di personale sistemata in hotel, con maggiori comfort e autonomia, e un’altra parte in camere multiple con bagni in comune, pur percependo la stessa diaria. Non si tratta di mettere in discussione la dignità delle strutture di Ämari, di recente costruzione e funzionali, ma di pretendere che ai nostri militari sia garantito lo stesso livello di condizioni logistiche, in linea con quanto avviene in altri teatri internazionali NATO.

Questa vicenda dimostra l’urgenza di una programmazione politica adeguata: servono risorse certe e standard coerenti con il contesto operativo e con il profilo del personale italiano, la cui età media e il livello di responsabilità richiedono sistemazioni più vicine agli standard internazionali che non a quelli pensati per giovani di leva.

Infine, non può essere taciuta un’ingiustizia storica: le indennità di missione internazionale sono ferme da un ventennio, totalmente inadeguate rispetto all’attuale situazione economica e alle responsabilità richieste. Una revisione urgente è non solo auspicabile, ma indispensabile per restituire dignità e giustizia ai nostri militari.

In un’iniziativa congiunta, AMUS e SIAM hanno scritto al Capo di SMA, Generale Conserva (clicca qui per leggere la lettera), chiedendo che le soluzioni provvisorie si trasformino in garanzie strutturali e facendosi promotori verso la Politica nel suo complesso, affinché si sostenga con concretezza chi difende quotidianamente i cieli d’Europa (in Patria e all’estero).

C’è chi utilizza le parole per distrarre, chi le mette a frutto trasformandole in “fatti concreti”, per il bene di TUTTI (di ogni ordine e grado). Diffidate da proclami populisti o peggio qualunquisti.

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