Con la pubblicazione in G.U. della legge n. 213 del 30 dicembre 2023 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026", abbiamo finalmente chiari quali saranno i margini di manovra che i Sindacati militari avranno nell’ambito delle imminenti procedure di contrattazione
Abbiamo atteso il termine delle recenti festività natalizie, per darvi il tempo di “digerire” tutti gli aspetti di dettaglio che interesseranno il Comparto Difesa e Sicurezza, con particolare riguardo a quanto attiene ai fondi messi a disposizione dal Governo con la prossima Legge di Bilancio, suddividendoli in maniera precisa e dettagliata per ogni differente tipologia di spesa.
Orbene, ci teniamo a precisare che la materia è estremamente complicata, pertanto faremo del nostro meglio per rendere fruibile a tutti i nostri lettori, gli elementi che andremo ad analizzare. Innanzitutto occorre riconoscere gli sforzi che il Governo corrente ha posto in essere, con l’adesione quasi unanime e l’azione proattiva del Parlamento, per recuperare l’importo complessivo dei fondi messi a disposizione per il prossimo rinnovo contrattuale/stipendiale (triennio 2022-24) riservato al personale militare (e non solo). Parliamo di circa 1,6 miliardi di euro, quindi tutto il personale del pubblico impiego per il rinnovo contrattuale 2022-2024 avrà un incremento percentuale medio del 6% (nel triennio 2019-2021 l’incremento era stato di circa il 4%), quindi un 2% in più rispetto al precedente contratto, segnando un incremento sostanziale delle risorse destinate agli uomini e donne in uniforme. Oltre a quanto già citato, il D.L. n. 145 del 18 ottobre 2023 ha già anticipato circa il 33% degli incrementi previsti per il pubblici dipendenti, con uno stanziamento straordinario che ha già superato i 2 miliardi di euro (come quota parte dei 5,5 miliardi messi a disposizione per i rinnovi stipendiali della Pubblica Amministrazione a partire dal 2025 ed i 3,5 miliardi già stanziati per il 2024).
Analizziamo ora tutti gli aspetti di interesse per il personale dell’Aeronautica Militare, contenuti nel principale art. 1 della legge:
Rifinanziamento del fondo per la contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego
– comma 27: per il triennio 2022-24, il fondo in questione viene incrementato di ulteriori 3 miliardi di euro per il 2024 e di 5 miliardi per il 2025. Tali cifre andranno ad aggiungersi a quelle già stanziate per il medesimo contratto con la legge di bilancio del 2023, per un totale complessivo di 3,5 miliardi di euro per il 2024 e 5,5 miliardi per il 2025;
– comma 28: a decorrere dal 1 gennaio 2024, l’indennità di vacanza contrattuale è incrementata di un importo pari a 6,7 volte il suo valore annuale;
Misure in materia di congedi parentali
– comma 179: viene disposto che l’indennità di congedo parentale sia pari al 60% della retribuzione (in luogo del 30%) per un mese ulteriore al primo (per il quale l’indennità è già riconosciuta nella misura maggiorata dell’80%, invece che del 30%). Per il solo anno 2024, invece, la misura dell’indennità riconosciuta per il mese ulteriore al primo è pari all’80% della retribuzione, invece che del 60%. Si confermano per gli altri 4 mesi l’indennità pari al 30%;
Misure per la prosecuzione del concorso delle Forze armate nel controllo del territorio – Strade e Stazioni sicure 2024
– commi 342-343: prosecuzione dell’operazione Strade Sicure per il 2024, prevedendo l’impiego di 6000 unità di personale delle Forze armate (incremento di 1000 unità rispetto al 2023, con una autorizzazione di spesa pari a 185,3 M€;
– commi 344-345: rafforzamento dei dispositivi di controllo e sicurezza ove insistono le principali infrastrutture ferroviarie del paese, con un incremento di 800 unità per il 2024 ed una autorizzazione di spesa pari a 34,2 M€;
Disposizioni in favore delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
“In relazione alla specificità della funzione e del ruolo del personale di cui all’art. 19 della legge n. 183 del 4 novembre 2010”
– comma 347: costituzione di un fondo in dotazione al MEF con 32 M€ (anni 2024-25) e 42 M€ a decorrere dal 2026 da destinare alla disciplina degli istituti normativi nonché ai trattamenti economici accessori del personale del Comparto, privilegiando quelli finalizzati a valorizzare i servizi di natura operativa;
– commi 348-349: autorizzata la spesa complessiva di 38,3 M€ per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026, da destinare alla stipula di polizze assicurative per la copertura sanitaria e infortunistica complementare e integrativa. Per l’AM la somma di dettaglio è pari a circa 3 M€;
– commi 350-351: prevista la progressiva perequazione del regime previdenziale del personale del Comparto riaspetto agli effetti derivanti dalla liquidazione dei trattamenti pensionistici, dal 1 gennaio 2022, mediante misure a carattere compensativo per il personale che cessa dal servizio (e quindi non solo quello in servizio il giorno precedente la data di entrata in vigore del relativo provvedimento normativo, come disposto in precedenza). Per tali finalità il fondo è incrementato di 5 M€ per il 2024 e 10 M€ per il 2025;
– commi 354-355: disapplicazione dell’ ordinario meccanismo dell’area negoziale per i dirigenti delle F.A. e FdP (di cui al Dlgs. n. 95 del 29 maggio 2017) sino al 2024. Gli “accordi negoziali”, in materia di trattamenti accessori e istituti normativi per i dirigenti delle FdP e delle F.A., godranno dal 2024 (in aggiunta alle somme già stanziate in passato dall’art. 20, co. 1 del D.L. n.162 del 30 dicembre 2029) di 18M, incrementando quindi le risorse previste per ciascuna FdP/F.A. in misura proporzionale alla ripartizione operata per il 2020 dall’art. 3 del d.P.C.M. del 21 marzo 2018;
– comma 357: previsto a livello transitorio e per massimo 6 mesi, la possibilità ai rappresentanti delle APCSM delle F.A./FdP, di usufruire di una licenza speciale per lo svolgimento delle attività sindacali, nel limite massimo mensile di 9gg per ciascun dirigente sindacale e fino ad un massimo di 7 rappresentanti per ciascuna associazione. A tal fine, è autorizzata una spesa pari a 1,7 M€ per il 2024. Fissato al 31 gennaio 2024 il termine per l’accertamento della rappresentatività nazionale delle Associazioni sindacali.
Sono questi alcuni degli aspetti di interesse che maggiormente impatteranno sulla “vita economica” del personale con le stellette e per i quali ci siamo messi a lavoro sin da subito, allo scopo di garantire che tali risorse vadano concretamente e rapidamente utilizzate anche con l’adozione dei conseguenti atti di natura regolamentare, economica, giuridica e contrattuale (contratto 2022/2024 e perequazione previdenziale) ed attraverso le disposizioni applicative in campo amministrativo (come nel caso delle risorse per il welfare assicurativo), a migliorare le condizioni generali degli uomini e donne del Comparto.
Essi sono volti essenzialmente al “bene” del personale, campo in cui nonostante gli innegabili sforzi degli ultimi anni, resta ancora tantissimo da fare. Speriamo davvero che le parole pronunciate dalla Premier Giorgia Meloni, a margine dei recenti incontri circa un “patto di legislatura” con il nostro mondo, siano seguite da provvedimenti concreti nei prossimi anni.
In conclusione, visto il quadro finanziario generale, licenziamo in maniera positiva la prossima legge di bilancio, consapevoli però che molto ancora dovrà essere fatto in favore del personale militare, soprattutto per quanto concerne la “Previdenza Dedicata”, il recupero reale del “gap” inflattivo, una miglior progressione di carriera delle categorie dei Volontari e dei Sergenti, un giusto compenso delle responsabilità già affidate alle categorie dei Sottufficiali (non affatto retribuite) e per la partenza dell’area negoziale riservata alla dirigenza (con l’allocazione di idonee risorse relative alle indennità di posizione dei Maggiori e Tenenti Colonnelli); infine, per il raggiungimento di una equi-retribuzione con i nostri principali partner europei e NATO. Auspichiamo, da ultimo, che la soglia di spesa prevista dagli accordi dell’Alleanza per il Dicastero Difesa (pari al 2% del PIL nazionale), possa essere presto raggiunta e che si operi affinché non si trascurino, in tale contesto utile, i capitoli di spesa del personale, quelli per il potenziamento degli istituti di welfare e quelli necessari al rinnovamento del patrimonio immobiliare e alloggiativo (in moltissimi casi obsoleto e vetusto).
Continuate a seguirci.
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